Visita ad Auschwitz | Estratto Da Una Guida Ufficiale Del Museo Statale Di Auschwitz-Birkenau
Itinerario della visita standard durata di 3,5 ore
Cancello d'ingresso dell'ex campo di concentramento Auschwitz I
I campi di concentramento di Oświęcim (KL Auschwitz I) e di Brzezinka (KL Auschwitz II-Birkenau) sono attualmente conservati quali musei e accessibili al pubblico.
Nell'aerea della prima parte del KL Auschwitz I nei blocchi carcerari si trova una mostra che presenta la storia del campo e delle esposizioni nazionali
(vedi la pianta dettagliata).
ESPOSIZIONE PRINCIPALE
4 Lo sterminio
5 Le prove del delitto
6 La vita del prigioniero
7 Le condizioni abitative e sanitarie
11 Il "Blocco della Morte"
ESPOSIZIONI NAZIONALI
13 Lo sterminio dei Rom europei
14 Tragedia, coraggio, liberazione, mostra russa
15 Lotta e martirio del popolo polacco negli anni 1939-1945
16 Tragedia degli ebrei slovacchi. Detenuti della Cechia nel KL Auschwitz
18 Cittadino tradito. Alla memoria delle vittime dell'Olocausto dell'Ungheria
20 Deportati dalla Francia e dal Belgio nel KL Auschwitz
21 Persecuzione degli ebrei e la loro deportazione dall'Olanda
27 Sterminio, mostra israeliana
PARTI PIU' SALIENTI DEL MUSEO
a Camera a gas e crematorio n 1
b "Muro della Morte"
c Magazzino del "Ziklon B" e delgi averi depredati ai prigionieri
d Piazza dell'appello, forca collettiva
e Cucina del Campo
f Casa del comandante del campo
g Kommandantur
h Uffici amministrativi delle SS
i Ospedale delle SS
j Dipartimento politico (Gestapo del campo)
k Posto di guardai delle SS e ufficio del dirigente del campo
l Garage delle SS
m Baracche amministrative
n Edificio addetto al ricevimento dei prigionieri del campo
10 Blocco degli esperimenti di sterilizzazione
19,20, 21, 28 Ospedale dei detenuti
BLOCCO 4
Sala 1, piano terra
Il KL Auschwitz era il maggior campo di concentramento nazista per polacchi e detenuti di altre nazionalità che il nazismo condannò all'isolamento e alla morte graduale per fame, per lavoro pesante, per gli esperimenti, ed anche alla morte immediata in seguito ad esecuzioni singole o collettive.
Dal 1942 il campo di concentramento diventò anche il maggior centro di sterminio degli ebrei europei. La maggioranza degli ebrei deportati al KL Auschwitz morì nelle camere a gas immediatamente dopo l'arrivo senza alcuna registrazione e schedazione. Anche per questo è molto difficile determinare la cifra esatta degli uccisi. Da molti anni questo problema è oggetto di discussione degli storici di molti paesi, i quali forniscono diverse stime generalmente non superiori ad 1,5 milione. Continuano ancora le ricerche di documentazione supplementare la quale renderebbe possibile una maggior precisazione di quella cifra.
L'urna con un pugno di ceneri raccolte nell'area del campo di concentramento ricorda coloro che vi sono morti.
Pianta raffigurante i luoghi da dove arrivavano i convogli a KL Auschwitz
Sala 2, piano terra
Nel KL Auschwitz morirono cittadini di molti stati, uomini di diverse convinzioni politiche e religiose,
popolazione civile, membri della resistenza e prigionieri bellici.
Nel 1941 il Reischfürer delle SS Heinrich Himmler designò il campo di concentramento di Auschwitz come luogo
per la realizzazione del programma di totale sterminio della popolazione ebrea. Rudolf Höss, comandante del campo,
cita nelle sue memorie le parole di Himmler, spiegando i motivi della decisione di questi: "I campi di sterminio dell'Est
non si confano ad un'azione programmata su vasta scala. Perciò ho destinato a questo scopo anche Auschwitz,
tenendo conto sia della sua ottima ubicazione per quanto concerne i trasporti, sia della possibilità di poter facilmente isolare e mascherare quell'area".
Nei primi mesi del 1942 si dette inizio allo sterminio di massa degli ebrei. I primi trasporti di ebrei condannati al massacro giunsero
al KL Auschwitz dall'Alta Slesia, poi anche dal Governatorato Generalee, dalla primavera, cominciarono ad arrivare treni pure dalla Slovacchia, dalla Francia,
dal Belgio e dall'Olanda; in autunno altri carichi umani affluirono dalla Germania, dalla Norvegia, dalla Lituania e da altri paesi dell'Europa occupata.
Quasi immediatamente dopo l'aggressione nazista dell'Unione Sovietica furono deportati ad Auschwitz prigionieri di guerra sovietici, in violazione di tutte le disposizioni
del diritto internazionale. In base alla quantità dei numeri assegnati è stato calcolato che circa 12.000 prigionieri bellici sono stati registrati qui.
In un periodo di circa 5 mesi morirono 8320 persone, in parte fucilate o morte di stenti. Una delle prove di questo crimine è la copia originale del registro dei decessi,
custodita attualmente nell'Archivio del Museo: alcune pagine fotocopiate di questo registro sono esposte sotto vetro. Degne di particolare attenzione sono
le rubriche dóve sono stati registrati, con intervalli di 5-10 minuti, ora e motivi fittizi dela morte. Nel KL Auschwitz furono sterminati anche 21.000 Rom e Sinti.
Una delle prove di questo crimine sono i registri del campo degli zingari, rubati e nascosti dai detenuti. Alcune pagine fotocopiate dei suddetti registri sono esposte
sotto vetro.
L'interno del blocco 4
Fotocopie dei registri tedeschi esposte sotto vetro
Sala 3, piano terra
La maggior parte degli ebrei condotti allo sterminio nel KL Auschwitz era convinta di essere deportata ad abitare aree dell'Europa orientale.
Furono ingannati soprattutto gli ebrei provevienti dalla Grecia e dall'Ungheria, ai quali i nazisti vendettero inesistenti terreni edilizi, fattorie,
negozi, offrirono lavoro in fabbriche fittizie. Anche per questo motivo spesso portavano con sè al campo di concentramento le cose più preziose che possedevano.
La distanza che separava gli arrestati dal KL Auschwitz toccava i 2400 km. Percorrevano quella distanza in vagoni merce piombati e sigillati, senza ricevere alcun vitto.
Schiacciati nei vagoni viaggiavano verso Auschwitz a volte 7 e persino 10 giorni. Quando all'arrivo venivano tolte le spranghe che bloccavano le porte dei vagoni,
risultava spesso che parte dei deportati, soprattutto vecchi e bambini, era deceduta: i rimanenti si trovavano in uno stato di estremo esaurimento.
I treni si fermavano alla stazione merci di Auschwitz. Nel 1944, quando fu terminata la costruzione di un apposito scalo ferroviario, proseguivano fino a Birkenau
(KL Auschwitz II-Birkenau), dove gli ufficiali e medici delle SS selezionavano gli ebrei deportati, inviando gli abili al lavoro al campo e
i ritenuti inabili alle camere a gas. Secondo le dichiarazionidi Rudolf Höss circa il 70-75% degli internati è stato portato alle camere a gas.
Dell'esposizione fanno parte alcune fotografie originali di un album di circa 200 fotografie scattate nel 1944 da un uomo delle SS a Birkenau durante
le operazioni di sterminio degli ebrei dall'Ungheria (Sonderaktion Ungarn).
Arrivo di un convoglio di ebrei ungheresi all'apposito scalo ferroviario di Auschwitz II Birkenau
Sulla pianta raffigurante il complesso di morte di Auschwitz con il colore rosso sono indicati i luoghi di sterminio: il posto delle esecuzioni, le camere a gas, i crematori, le fosse e i posti dei roghi.
Pianta raffigurante il complesso di Auschwitz
Sala 4, primo piano
Nel modello della camera a gas e del crematorio II si possono vedere le persone che entrano nello spogliatoio sotterraneo.
Sono tranquilli, dopo la selezione i nazisti li hanno assicurati che li portano a lavarsi. È stato ordinato loro di togliersi gli abiti
e di passare in un altro locale sotterraneo simile ad un bagno. Al sofitto sono installate delle docce per le quali non è mai passata l'acqua.
In questo locale di 210 mq di superficie sono condotte circa 2000 vittime. Dopo la chiusura della porta della camera a gas viene esalato nel locale
da fessure nel soffitto il gas "Zoklon B". Nel giro di 15-20 minuti le vittime muoiono soffocate. Ai cadaveri vengono estratti i denti d'oro, tagliati i capelli,
sfilati gli anelli e gli orecchini, poi i corpi sono trasportati ai forni crematori situati al piano terra, o, quando questi non sono sufficienti, bruciati su roghi.
Sulle pareti della sala sono appese 3 fotografie scattate illegalmente da un detenuto nel 1944. Raffigurano delle donne portate alla camera a gas e la cremazione dei cadaveri sul rogo.
Una delle foto scattate di nascoso nel 1944 a Birkenau – cremazione sul rogo
Il "Ziklon B" era prodotto dalla ditta "Degesch", la quale nel periodo 1941-1944 guadagnanò circa 300.000 marchi dalla sua vendita.
Soltanto ad Auschwitz negli anni 1942-1943 ne furono usati 20.000 kg. Secondo il comandante Höss per uccidere circa 1500 persone erano necessari 5-7 kg di gas.
Dopo la liberazione nei magazzini del campo di concentramento sono stati ritrovati mucchi di barattoli vuoti di "Ziklon B", ma anche di barattoli pieni pronti
per essere usati. Nella vetrina accanto a quella dei cristalli di "Ziklon B" si trovano alcuni documenti, ordini di partenza dal campo per i camion,
per Dessau, dopo la consegna del "Ziklon B".
Barattoli di Ziklon B
Sala 5, primo piano
Quando l'esercito sovietico giunse ad Auschwitz trovò circa 7000 kg di capelli conservati in sacchi nei magazzini del campo di concentramento.
Erano i resti dei capelli che le autorità del campo non erano riuscite a vendere e inviare alle fabbriche situate nel cuore del III Reich.
L'analisi dei capelli ritrovati condotta nell'Isitituto di Perizia Giudiziaria vi ha rivelato la presenza di acido prussico,
elemento venefico proprio dei preparati noti sotto il nome di "Ziklon". Con i capelli umani le ditte tedesche producevano fra l'altro tralliccio.
Le balle di traliccio ritrovate a Kietrz, attualmente esposte al Museo di Auschwitz-Birkenau, sono state analizzate all'Istituto di Medicina Legale.
I risultati dell'analisi hanno confermato che si tratta di capelli umani, molto probabilmente di donne.
I denti d'oro estratti ai cadaveri degli uccisi erano fusi in barre ed inviati all'Ufficio Sanitario Centrale dell SS.
Le ceneri umane erano usate come fertilizzanti o gettate negli stagni circostanti e nei letti dei fiumi.
Traliccio tessuto con capelli umani
Sala 6, piano terra
Tutti gli averi portati al campo di concentramento dai deportati erano confiscati, immagazzinati e successivamente inviati nel cuore del III Reich
per i bisogni delle SS, della Wermacht e della popolazione civile. Degli oggetti appartenuti alle persone uccise nelle camere a gas approfittavano
pure gli uomini delle SS che facevano parte del corpo di guardia del campo. Si rivolgevano al comandante chiedendo che venissero loro ceduti carrozzine,
corredi per neonati ed altre cose. Nonostante le continue partenze di treni carichi di averi depredati non solo i magazzini erano sempre strapieni,
ma fra di loro si accumulavano cataste di bagagli non catalogati.
Con l'avvicinarsi dell'esercito sovietico ad Auschwitz i magazzini furono rapidamente svuotati, inviando in Germania soltanto gli oggetti più preziosi.
Qualche giorno prima della liberazione del campo, nell'ambito dell'operazione di cancellazione delle tracce dei crimini, i nazisti dettero fuoco ai magazzini.
Andarono in fumo 30 baracche, nelle rimanenti dopo la liberazione furono trovate migliaia di paia di scarpe, di vestiti, spazzole, pennelli da barba, occhiali, protesi ecc.
Spazzole e pennelli da barba requisiti ai deportati
Bacinelle e tegami confiscati ai nuovi arrivati
Blocco 5
Nelle seguenti sale si trovano gli oggetti ritrovati dopo la liberazione, appartenuti ai condannati a morte. Si tratta di paramenti di ebrei, scarpe, valigie con i cognomi e gli indirizzi degli ebrei deportati al campo di concentramento, bacinelle, protesi, occhiali, spazzole ecc.
Occhiali delle vittime
Valigie confiscate ai deportati
Scarpe ritrovate dopo la liberazione del campo
Blocco 6
Sala 1, piano terra
Parte degli internati dei convogli che arrivavano al KL Auschwitz era portata dirttamente al campo senza essere sottoposta a selezione.
Li morivano in seguito alla fame, alle esecuzioni, al lavoro sovrumano, alle punizioni, alle micidiali condizioni igieniche, agli stenti, alle malattie e alle epidemie.
Il dirigente del campo di concentramento comunicava loro, fin dal primo giorno, di"... essere giunti ad un campo di concentramento in cui l'unica uscita
è quella dei camini dei forni crematori". Al campo erano condotti anche quei pochi ebrei degli enormi convogli riconosciuti abili al lavoro nella selezione
effettuata dai medici delle SS.
Ai nuovi arrivati venivano confiscati i vestiti e qualsiasi effetto personale, si rasava loro i capelli, sottoponendoli in un secondo tempo
alla disinfezione e al bagno. Alla fine di queste operazioni venivano contrassegnati con numero e registrati. Inizialmente ogni detenuto
veniva fotografato in tre pose diverse. Nel 1943 fu introdotto il tatuaggio. Il KL Auschwitz era l'unico campo di concentramento nazista dove
i numeri di matricola dei prigionieri venivano tatuati.
L'interno del blocco 6
A seconda dei motivi dell'aresto i detenuti erano contrassegnati da triangoli di diverso colore, cuciti sulle casacche degli internati
insieme al numero di matricola. Una parte degli internati portava triangoli di colore rosso, assegnato ai prigionieri politici.
I detenuti ebrei ricevevano una stella formata da un triangolo di colore giallo incrociato con un triangolo che doveva indicare
il motivo del loro arresto. I trangoli neri erano destinati ai Rom e ai detenuti ritenuti asociali dai nazisiti. Agli studiosi delle Sacre
Scritture erano assegnati dei triangoli viola, agli omosessuali rosa e ai criminali verdi.
La sottile casacca carceraria non proteggeva gli internati dal freddo. I cambi di biancheria si succedevano ad intervalli
plurisettimanali e persino mensili, e gli internati non avevavo possibilità di lavarla. Ciò era causa di diffusione di epidemie di diverse malattie,
in particolare del tifo petecchiale, della febbre tifoidea e della scabbia.
Esposizione vestiti e scarpe dei detenuti
Per tutto il periodo di esistenza del KL Auschwitz sono stati registrati circa 400.000 detenuti di entrambi
sessi e di diverse nazionalità, prigionieri bellici sovietici, detenuti a scopo correzionale e detenuti alloggiati nel blocco
n. 11 a disposizione del tribunale speciale di polizia presso la Gestapo a Katowice.
Le lancette dell'orologio del campo scandivano impietosamente e monotamente il tempo che restava da vivere al detenuto.
Dal gong della mattina a quello della sera, da una scodella di minestra all'altra, dal primo appello fino
a quello in cui le spoglie del detenuto erano contate per l'ultima volta.
Uno dei tormenti dela vita del campo erano gli appelli durante i quali si controllava il numero dei detenuti.
Duravano a volte per ore, in alcuni casi anche più di dieci ore (può servire da esempio l'appello del 6 luglio 1940, prolungatosi per ben 19 ore).
Le autorità del campo ordinavano spesso appelli punitivi durante i quali gli internati dovevano stare a lungo rannicchiati o in ginocchio,
e si verificavano casi in cui si ordinava di tenere le mani alzate in alto per qualche ora.
Oltre alle esecuzioni e alle camere a gas un efficace mezzo di sterminio era il lavoro. I detenuti erano utilizzati in diversi settori lavorativi.
Inizialmente lavorarono all'ampliamento del campo di concentramento livellando il terreno, costruendo nuovi blocchi e baracche, strade, canali di prosciugamento.
Successivamente cominciò a far sempre più uso dei detenuti, quale manodopera a basso costo, l'industria del III Reich.
Ai detenuti spesso era ordinato di eseguire il lavoro in fretta, senza un attimo di riposo. I ritmi di lavoro, le razioni alimentari da fame
e le continue percosse e angherie accrescevano la mortalità. Durante il ritorno al campo delle squadre di lavoro i morti e i feriti dai
manganelli e dalle pale venivano trascinati, trasportati su carriole e su carri.
Ai lavori più pesanti apparteneva quello al rullo compressore, un modello del quale fa parte dell'esposizione.
Il primato nell'ocupazione dei detenuti era del gruppo industriale tedesco IG Farbenindustrie che costruì a Monowice,
vicino a Oświęcim, una fabbrica per la produzione di gomma sintetica e la raffinazione della benzina: la Buna-Werke.
La maggior parte dei campi di concentramento, filiali di Auschwitz, furono situati in Slesia nelle vicinanze di fonderie,
miniere di fabbriche. I detenuti lavoravano qui, tra l'altro, all'estrazione del carbone, alla produzione di armi e di prodotti chimici,
alla costruzione e all'ampliamento di opifici.
Sala 2, piano terra
Il valore dell'alimentazione quotidiana nel campo era di circa 1300-1700 calorie. A colazione il detenuto riceveva circa 1 litro di "caffè",
ovvero di un decotto di erbe, a pranzo circa 1 litro di minestra senza carne, spesso cotta con verdure avariate.
La cena consisteva in circa 300-350 grammi di pane nero duro come pietra, in quantità irrisorie di un altro alimento
(ad es. 20 gr. di salame o 30 gr. di margarina o formaggio) e da un liquido d'erbe o "caffè".
Il lavoro pesante e la fame causavano l'esaurimento totale dell'organismo. La carenza di alimenti sufficienti portava spesso alla morte per fame.
Le fotografie collocate sulle tavole a muro, scattate dopo la liberazione del campo, mostrano detenute di un peso che varia dai 23 ai 35 kg.
Scultura di Mieczysław Stobierski "La fame" nel blocco nr 6
Sala 3, piano terra
È difficile oggi immaginare le scene tragiche che si svvolgevano quotidianamente nel campo di concentramento.
Gli ex detenuti artisti nella loro creazione hanno creato di rendere l'atmosfera di "quei giorni".
Sono le loro testimonianze, messe in forma plastica, raffiguranti diverse scene della vita del campo.
Nel Museo si trova una ricca collezione di opere con questa tematica.
"Raccolta della zuppa versata" di Władysław Siwek
"Ritorno dal lavoro" Mieczysław Kościelniak
Sala 4, piano terra
Ad Auschwitz erano presenti pure bambini portati al campo insieme agli adulti. Erano soprattutto bambini ebrei e Rom, ma anche polacchi e russi.
Nel campo ricevevano lo stesso trattamento degli adulti.
Sala dedicata ai bambini deportati al campo di Auschwitz nel blocco nr 6
La maggior parte dei bambini perì nelle camere a cas ommediatamente dopo l'arrivo. Pochi selezionati, erano condotti al campo,
dove erano soggetti allo stesso rigore degli altri. Alcuni bambini (ad es. i gemelli) servivano da cavie per esperimenti criminali.
Gli altri dovevavo lavorare duramente.
I bambini condotti al campo di concentramento erano registrati e spesso contrassegnati come prigionieri politici.
Le loro fotografie si trovano nella sala insieme a quelle dei bambini salvati dall'Esercito Sovietico.
Esposizione delle foto e dei vestiti appartenuti ai bambini deportati al campo
Blocco 7, piano terra
Le condizioni abitative, sebbene differenti nei vari periodi di esistenza del campo, furono sempre disastrose.
I detenuti arrivati con i primi convogli dormivano sulla paglia sparsa sul pavimento di cemento, successivamente si usarono i pagliericci.
In una sala che poteva contenere a fatica 40-50 persone dormivano circa 200 persone. I pancacci a tre piani introdotti successivamente
non migliarono di molto le condizioni abitative.
Dormitorio Auschwitz I
Per ogni piano dormivano in genere due detenuti. Per coprirsi erano disponibili soltanto dei ritagli di coperte sporche e lacere.
Di migliori condizioni abitative godevano i prigionieri addetti a funzioni amministrative, ai quali di norma venivano assegnati locali separati.
Gabinetti blocco nr 7
Lavandini blocco nr 7
Nel campo madre la maggior parte degli internati abitava in blocchi in muratura ad un piano, a Birkenu invece
in baracche senza fondamenta direttamente sulla terra acquitrinosa. Il frammento di baracca in muratura realizzato
in scala 1:1 mostra le primitive condizioni abitative di Birkenau.
Le fotografie e i modelli dei due tipi di baracche a Birkenau (in muratura e di legno) mostrano le condizioni abitative e sanitarie nel campo di concentramento.
Il clima malarico di Oświęcim, le pessime condizioni abitative, la fame, il vestiario insufficiente e impotente contro il freddo, non cambiato
e non lavato per lunghi periodi, i topi e gli insetti erano causa della diffussione di malattie ed epidemie che decimavano i prigionieri del campo.
Molti malati non venivano accettati in ospedale per il troppo affollamento. In tale situazione i medici delle SS conducevano periodicamente delle selezioni
sia tra i malati e i convalescenti in ospedale, sia tra gli internati alloggiati in altri blocchi.
I più deboli e coloro che non davano speranze di pronta guarigione erano portati nelle camere a gas oppure soppressi in ospedale con iniezioni di fenolo al cuore.
Anche per questo i detenuti spesso chiamavano l'ospedale "anticamera del crematorio".
Come in altri campi di concentramento anche nel KL Auschwitz i medici delle SS eseguirono molti esperimenti criminali sui prigionieri.
Il prof. dott. Carl Clauberg al fine di elaborare un metodo per lo sterminio biologico dei popoli praticava nel blocco 10
sulle donne ebree criminosi esperimenti di sterilizzazione. Il dot. Joseph Mengele, nell'ambito delle sue ricerche genetiche e antropologiche,
sottoponeva i bambini a esperimenti (gemelli e menomati fisici). Ad Auschwitz sono state condotte pure prove di applicazione di nuovi farmaci e preparati:
venivano sfregate sostanze tossiche sull'epidemie dei detenuti, venivano effettuati innesti di pelle ecc.
Centinaie di uomini e donne perirono durante gli esperimenti e coloro che sopravvissero riportarono danni seri alla salute e mutilazioni permanenti.
Blocco 11, "Il Blocco della Morte"
Il cortile tra i blocchi 10 e 11 è recintato da ambo i lati da un alto muro. Le persiane in legno fissate
alle finestre del blocco 10 dovevano rendere impossibile l'osservazione delle esecuzioni. Al "Muro della Morte"
le SS fucilarono migliaia di prigionieri (soprattutto polacchi).
Nel cortile del blocco 11 erano eseguite pure le fustigazioni e la pena del paletto, che consisteva nell'appendere i detenuti per le mani legate dietro alla schiena.
Il Blocco 11 era isolato dal resto del campo. Anch'essa, come il pianterreno del blocco 11, è oggi conservata come museo.
Cortile del blocco 11 e il "Muro della morte"
Piano terra
Nel primo locale a destra stavano gli uomini di guardia delle SS. Nelle altre sale a destra ed a sinistra del corridoio erano alloggiati
i prigionieri in attesa della sentenza del tribunale speciale, che arrivava al KL Auschwitz da Katowice e, dopo sedute di 2-3 ore (nella prima sala a sinistra),
emanava spesso decine e decine di condanne a morte.
Sala delle udienze del tribunale speciale della Gestapo di Katowice
I condannati venivano giustiziati al “Muro della Morte”. Prima della fucilazione tutti dovevano spogliarsi nei bagni (a metà corridoio)
dove, nel caso in cui il numero dei condannati a morte fosse stato ridotto, avvenivano le esecuzioni.
Nell'ultima sala a sinistra si trovano le fotografie dei quadri dell'ex detenuto Władysław Siwek raffiguranti il tribunale speciale,
le selezioni nei sotterranei e lo svolgimento delle esecuzioni nel cortile del blocco 11.
Spogliatoio del blocco nr 11
Il sistema di punizioni applicato dalle SS nei campi di concentramento nazisti era una della parti del piano premediato di sterminio degli internati.
Il detenuto poteva essere punito per tutto. Si puniva il detenuto per aver colto una mela, per aver sbrigato un bisogno fisiologico durante il lavoro,
per essersi estratto un dente d'oro per barattarlo con un tozzo di pane, o perchè si riteneva che lavorasse troppo lentamente.
Si puniva i detenuti con le fustigazioni, appenendoli ad appositi paletti per le mani legate dietro alla schiena, richiudendoli nei sotterranei
del blocco 11, con lavori punitivi speciali, con esercitazioni punitive, obbligandoli a stare in posizione eretta o mandandoli nelle squadre punitive.
Nell'esposizione si trova il cavalletto originale per le fustigazioni, il paletto al quale venivano appesi i prigionieri e una forca mobile alla quale
si eseguivano le condanne a morte. I detenuti mandati nelle squadre punitive ricevevano razioni alimentari ridotte ed erano obbligati ad eseguire i
lavori più duri e più esaustivi quali ad es. il ripulire gli stagni per i pesci dai giunchi, lo scavo di canali di prosciugamento il livellamento del terreno.
Nell'ultima sala a destra è mostrato il destino dei prigionieri arrestati dalla polizia, deportati al KL Auschwitz e alloggiati separatamente come
categoria particolare di detenuti.
I sotterranei
Nel settembre 1941 furono fatte qui le prove di uccisioni di massa con il "Ziklon B". Morirono allora circa 600 prigionieri bellici sovietici e 250 detenuti malati dell'ospedale del campo.
Nelle celle degli scantinati erano rinchiusi i prigionieri del campo e la popolazione civile sospettata di avere contatti con i detenuti e di averli aiutati nelle evasioni, i prigionieri condannati alla morte per fame per la fuga del loro compagno, coloro che erano ritenuti colpevoli di trasgressione del regolamento del campo e nei confronti dei qualsiasi si conducevano delle indagini.
Le autorità del campo svolgevano selezioni periodiche nelle celle, definite “cernite” o "pulizia del bunker".
I detenuti scelti venivano fucilati o mandati in una compagnia punitiva. Nei sotterranei si possono vedere
3 tipi di celle punitive. La maggior parte sono celle comuni dove erano rinchiusi i prigionieri durante l'istruttoria.
La cella 18 è una delle celle dove erano sbattuti i prigionieri condannati a morte per fame.
Nel 1941 le autorità del campo rinchiusero qui, tra gli altri, il sacerdote polacco padre Maksymilian Kolbe,
che sacrificò la sua vita per salvare quella di un altro internato.
Cella nr 18 dove morì Padre Massimiliano Maria Kolbe
La cella 20 era una segreta nella quale si verificavano casi di morte in seguito a soffocamento per mancanza d'aria.
Nella cella 21 si sono conservati i disegni che vi hanno tracciato i suoi prigionieri. Nella cella 22 si trovano 4 piccoli bunker
punitivi delle dimensioni di 90 x 90 cm., nei quali venivano chiusi 4 prigionieri alla volta tenuti a scontare una punizione speciale.
Sotterranei del blocco 11
La resistenza
Nonostante le difficili condizioni di vita, il terrore e i pericoli costanti, i prigionieri riuscivano a svolgere attività cospirativa contro le SS
all'interno del campo di concentramento. Essa si manifestava sotto diverse forme. Allacciando contatti con la popolazione polacca residente nelle vicinanze del campo,
si rendeva possibile la consegna dei pacchi di alimenti e medicine ai prigionieri. Dal campo venivano trasmesse informazioni sui crimini compiuti dalle SS,
si davano elenchi con cognomi dei detenuti e degli uomini delle SS, si cercava di far fuoriuscire le prove dei crimini. Tutto ciò che era inviato fuori
del campo era nascosto in diversi oggetti, spesso appositamente preparati a tal fine, e la corrispondenza tra il campo di concentramento e i centri
della resistenza nel paese era cifrata.
L'organizzazione segreta dava grande peso alla lotta con i detenuti delinquenti comuni, che svolgevano varie funzioni affidate loro dalle SS.
Con questa lotta si mirava al ritiro graduale da quelle funzioni dei detenuti che collaboravano ciecamente con le SS, sostituendoli con prigionieri politici.
Nel campo si ebbero pure azioni di aiuto reciproco tra gli internati. Viva era anche la propaganda a favore della solidarietà internazionale contro il nazifascismo e
l'attività culturale, consistente in discussioni e incontri cospirativi, nella recitazione di poemi nazionali e nell'organizzazione illegale degli offici divini.
Si sviluppava anche la produzione illegale di opere plastiche.
Il piazzale dell'appello
Durante gli appelli le SS contavano i detenuti verificandone la presenza. Agli appelli spesso si compivano pubblicamente esecuzioni capitali sulla
forca mobile o su quella collettiva, una riproduzione della quale si trova sul piazzale. Il 19 luglio 1943 le SS vi impiccarono 12 prigionieri polacchi,
colpevoli di aver avuto contatti con la popolazione civile e di aver aiutato 3 compagni nella fuga.
Piazza dell'appello dell'ex campo di Auschwitz I
Il crematorio e la camera a gas
Il crematorio è situato al di fuori del recinto del campo di concentramento. Davanti alla sua entrata, nel posto dove nel periodo di attività
del campo di concentramento si trovava la baracca della Gestapo, si può vedere la forca alla quale il 16 aprile 1947 fu eseguita
la sentenza di condanna a morte del primo comandante del KL Auschwitz Rudolf Höss.
Forca alla quale fu impiccato Rudolf Höss
Il locale più vasto nel crematorio era l`obitorio, che fu convertito in camera a gas provvisoria,
Qui negli anni 1941-1942 furono uccisi i prigionieri bellici sovietici e gli ebrei dei ghetti organizzati dai nazzisti in Alta Slesia.
Nell`altra parte dello stabile si trovano due dei tre forni crematori, nei quali venivano cremati 350 corpi nel giro di 24 ore,
ricostruiti con elementi metallici tedeschi originali conservati. In ogni forno venivano gettati contemporaneamente 2-3 cadaveri.
Il crematorio era stato costruito dalla ditta Topf und Söhne di Erfurt, la stessa che negli anni 1942-1943 montò i forni dei quattro crematori di Birkenau.
Il nome della ditta è evidenziato su alcuni elementi in ferro dei forni. Il crematorio funzionò negli anni 1940-1943.
Forni crematori del campo base Auschwitz I
KL Auschwitz II - Birkenau
A circa 3 km di distanza dal campo madre (trasferimento con la navetta del Museo) si trova il secondo campo – KL Auschwitz II Birkenau – costruito nell`aerea del paese di Brzezinka.
In questo campo, con una superficie di circa 175 ettari, furono costruite più di 300 baracche. Non tutte sono sopravvissute fino ad oggi. Se ne sono conservate quasi per intero 45 in muratura e 22 in legno.
Al posto delle baracche bruciate e distrutte sono rimasti oggi solo i camini e i contorni dei luoghi dove sorgevano, dai quali ne risulta la grandezza e il numero.
Il campo di concentramento di Birkenau era diviso in alcune aree e settori che costituivano campi separati (vedi la pianta dettagliata).
A Posto di guardia principale delle SS ("Porta della Morte")
BIa Campo femminile
BIb Inizialmente campo maschile dal 1943 campo femminile
BIIa Quarantena
BIIb Campo famigliare degli ebrei di Terezin
BIIc Campo delle ebree, principalmente dall'Ungheria
BIId Campo maschile
BIIe Campo famigliare dei Rom "Zigeunerlager"
BIIf Ospedale dei detenuti
BIIg Magazzino degli oggetti depredatai alle vittime "Canada"
BIII Parte ulteriore del campo in costruzione "Messico"
H1 Scalo ferroviario "Judenrampe"
H2 Scalo ferroviario
k-II-V Resti dei creamatori e delle camere a gas
L Luoghi dove i corpi venivano bruciati all'aperto
M Fosse comuni
N Stagno nel quale erano gettate le ceneri umane
O Kommandantur
P "Blocco della Morte"
R Bagno del campo "Sauna"
S Compagnia punitiva
T Latrine e bagni per prigionieri
U1 Prima camera a gas provissoria
U2 Resti della seconda camera a gas
W Monumento internazionale
Itinerario Principale
Itinerari Supplementari
Baracche del campo
Edifici non più esistenti
Il numero dei detenuti nell`agosto del 1944 raggiungeva nel complesso le 100 mila unità. La piaga del campo erano la mancanza d`acqua,
le disastrose condizioni igieniche e l`enorme quantità di topi. A Birkenau i nazisti costruirono la maggior parte degli impianti di sterminio:
4 crematori con le camere a gas, 2 camere a gas provvisorie site in case contadine convertite a tal uso. L`area dell`ex campo di concentramento di Birkenau
va visitata seguendo l`interio indicato dai segnali, che percorre tutta l`area. Le cose piu` interessanti a Brzezinka (Birkenau) sono i resti dei quattro crematori,
delle camere a gas e dei roghi, lo scalo ferroviario dove venivano selezionati i deportati al campo.
Scalo ferroviario e porta d`ingresso dell`ex campo di Auschwitz II – Birkenau
Al termine dello scalo ferroviario si trovano le rovine di due crematori e rispettive camere a gas fatti saltare in aria dalle SS in ritirata, nel tentativo di cancellare le tracce dei crimini commessi.
Rovine del crematorio di Auschwitz II - Birkenau
Nelle rovine conservate si può distinguere chiaramente lo spogliatoio sotterraneo dove si spogliavano coloro che erano portati alle camere a gas e in superficie si possono vedere le tracce di 5 forni crematori (5 buchi li dove erano i forni) e le rotaie sulle quali erano trasportati i cadaveri.
Il crematorio nr IV fu parzialmente distrutto da prigionieri ebrei durante la rivolta che ebbe luogo il 7 ottobre 1944.
Tra le rovine dei crematori nr II e nr III si trova il Monumento Internazionale in Memoria delle Vittime del Nizifascismo di Auschwitz, inaugurato solennemente nell`aprile del 1967.
Monumento Internazionale in Memoria alle Vittime del Nazifascizmo di Birkenau
A Birkenau si possono osservare le baracche che ospitavano gli internati, conservate allo stato originale.
Le baracche in muratura sono situate alla sinistra dello scalo ferroviario. Sono costruite senza fondamenta, reggendosi sul terreno pantanoso.
La maggioranza delle barcche non aveva il pavimento, ma solo terra battuta che spesso si trasformava in un pantano. Nelle baracche in muratura alloggiavano
le detenute che dormivano in cuccette a tre piani su paglia marcia e rancida. Su un piano dormivano circa 8 persone.
Interno della baracca in muratura di Auschwitz II - Birkenau
Le baracche in legno (alla destra dello scalo ferroviario) erano stalle da campo per 52 cavalli dove, dopo avvervi apportato qualche piccola modificha,
si giunse ad allogiarvi fino a 400 detenuti. Al centro delle baracche furono costruiti dei camini, attraverso i quali passava il fumo, che avrebbero dovuto riscaldare l`interno.
Interno della baracca in legno di Auschwitz II - Birkenau
Panorama del campo dalla torre delle guardie SS
FINE VISITA